Per una storiografia della vita
Il terzo volume delle opere di Massimo Onofri si concludeva con un interrogativo cruciale: che ne sarà della storiografia letteraria una volta ripensata alla luce del concetto di «critica della vita»? Le pagine qui raccolte ci forniscono una prima risposta, a partire dai 29 ritratti del lontano Gatti e tignosi (1994), che lavora una tradizione di biografie anche fantastiche al modo dell’Alberto Savinio di Narrate, uomini, la vostra storia (1942). Disposizione che si complica dentro un’indagine di storia nazionale che muove da Il suicidio del socialismo (2009) e arriva a L’epopea infranta (2011).
Se il primo ci restituisce, tra vita e opera, tra trionfalismo ideologico e nichilismo autodistruttivo, il ritratto di un pittore che ha infine armato la propria mano contro se stesso; il secondo, insegue la suggestione della storia non priva di contraddizioni di un mito, quello dell’eroe dei Mille, mai estinto.
La strada è sempre quella di chi sceglie la letteratura e l’arte, per illuminare la complessità della vita.