Brevettabilità del vivente
Principi deboli e interessi forti.
I comportamenti umani sul patrimonio genetico tra questioni giuridiche ed etiche
La scoperta dei principi genetici che regolano lo sviluppo della persona umana, hanno aperto nuovi orizzonti all’intervento dell’uomo nella predeterminazione delle caratteristiche morfologiche e chimico-fisiche della vita in ogni sua forma. Da una parte non si conoscono le cause delle mutazioni spontanee in natura, dall’altro si è trovato il modo di provocarle. Ciò ha fatto nascere l’esigenza di ricercare i confini dell’agire umano al fine di evitare disordini del regolare corso delle leggi della natura. Un punto da chiarire è statuire che la bioetica non può valutare la liceità o non liceità delle biotecnologie e di conseguenza della tutela brevettuale, essendo le biotecnologie e il sistema brevettuale, concettualmente neutri. Tutt’al più, è da stabilire chi, come e quando, si dovrà occupare dell’applicazione tecnica fissando i principi attraverso i quali stabilire la liceità o meno della singola invenzione in riferimento al suo uso. Tra le argomentazioni contro l’Ingegneria Genetica vi è il rifiuto di modificazione dell’ordine precostituito. Questa analisi appare non consapevole del passato agire dell’umanità, con il risultato di porre un rifiuto pregiudiziale a tutto ciò che apre nuove incognite per il futuro dell’uomo. Allora, se un criterio si vuole trovare per la determinazione del brevettabile, potrebbe essere quello del rispetto della dignità umana?